Le bacheche dei nostri social network sono ormai completamente invase da immagini che ritraggono il cibo e sono pochi coloro che prima di assaggiare un piatto resistono alla tentazione di fotografarlo per poi postarlo. Golosi dessert, frutta colorata e piatti succulenti sono i protagonisti delle innumerevoli foto che chef e fotografi di professione scattano per ragioni di markentig o, come spesso accade alla maggior parte delle persone, per il semplice piacere della condivisione.

Si può affermare che questa moderna abitudine sia diventata in poco tempo una vera e propria arte, per non dire una professione a tutti gli effetti. La food photography, infatti, per quanto possa sembrare un’attività semplice e quasi ludica, deve rispettare delle precise regole per produrre l’effetto desiderato, ovvero rendere appetibile l’oggetto fotografato.
IMPORTANZA DELLA LUCE
Come tutti possono immaginare, la luce svolge un ruolo fondamentale in tutti i generi fotografici ma in questo caso rappresenta la vera chiave per il successo di una foto. A differenza di quanto si possa credere, nella food photography non prevale l’utilizzo della luce articificiale ma viene principalmente usata quella naturale. Quest’ultima, grazie alla morbidezza e alla delicatezza con cui avvolge e illumina il cibo, riesce a donargli un’aspetto molto più realistico evitando ombre troppo nette o dei punti di forte luce che potrebbero distogliere l’attenzione dal punto focale.
Quando il ricorso alla luce artificiale è inevitabile, non è comunque consigliato l’utilizzo del flash; molto meglio delle fonti di luce individuali adeguatamente diffuse per creare l’effetto della luce naturale. Per ottenere una maggiore sensazione di naturalezza e semplicità è importante, inoltre, che la luce provenga posteriormente o lateralmente rispetto al cibo che si sta fotografando.
COMPOSIZIONE DELLA FOTO
Una delle regole principali della fotografia è la regola dei terzi. Consiste nel dividere l’immagine in nove quadranti uguali creando quattro punti di intersezione. La teoria vuole che ponendo il soggetto in modo decentrato su uno di questi punti, l’immagine risulti più dinamica e al tempo stesso equilibrata con il contesto.
Quando si fa riferimento alla food photography possiamo individuare tre tipologie di prospettive maggiormente utilizzate. Quella più diffusa ritrae il piatto con un’angolazione di 45° e rappresenta la prospettiva classica che più si avvicina al nostro modo di osservare normalmente la tavola. La seconda cattura l’immagine del cibo da una prospettiva molto ravvicinata con lo scopo di entrare quasi dentro il piatto esaltandone l’altezza e i volumi. La terza modalità, detta ripresa aerea, si serve invece di una prospettiva parallela al piano d’appoggio perchè l’obiettivo è mettere in risalto la composizione del piatto dal punto di vista geometrico, artistico e cromatico.
CURA DEI DETTAGLI
Molto importanti nella composizione di una foto sono, oltre al soggetto stesso, i vari elementi con cui si vuole realizzare l’immagine. Nella food photography, in particolare, si possono usare degli attrezzi del mestiere, degli utensili da cucina o ancora la presenza umana – per esempio uno chef che lavora o la mano di qualcuno che è pronto ad assaggiare la pietanza. L’importante è che gli elementi scelti per arricchire la composizione non distolgano l’attenzione dal vero oggetto di interesse dell’immagine. Il consiglio è sempre quello di tendere verso una composizione minimalista evitando gli eccessi.

È fondamentale, inoltre, che il piatto e tutti gli accessori che andranno a costituire lo scatto finale siano puliti e di bell’aspetto – senza quindi presentare parti rovinate, macchie o sporcizia – e dovranno inoltre essere ben accostati alla pietanza: sia per quanto riguarda l’aspetto compositivo sia per quanto riguarda quello cromatico.
Un ultimo elemento da non sottovalutare riguarda l’aspetto del cibo. Esso dovrà apparire sempre fresco, come appena cucinato. Molto spesso, però, soprattutto a livello professionale, dove ci sono dei tempi tecnici da seguire, può capitare che un piatto venga fotografato per un tempo abbastanza lungo da non renderlo più visivamente appetibile. Uno dei trucchi utilizzati per evitare che ciò accada è quello di non portare a termine la cottura della pietanza. In ogni caso è possibile adottare dei piccoli accorcimenti. In particolare se si tratta di carne è possibile, utilizzando un pennello da cucina, spalmare una piccola quantità di olio per rinvigorirne l’aspetto; se si sta fotografando della frutta si può rallentare il processo di annerimento utilizzando del limone. Se, invece, si tratta di verdure o insalate sarà sufficiente munirsi di uno spruzzino o di un vaporizzatore d’acqua per esaltarne di nuovo l’aspetto.