Forse non tutti sanno che una volta conclusa la raccolta dell’uva mentre nelle cantine si procede alle attività di vinificazione, nelle campagne il lavoro continua. Subito dopo la vendemmia, quando la vite ha compiuto il suo corso, si attende il cadere delle foglie per dare inizio alla potatura e alla legatura dei tralci. In questo modo la pianta potrà affrontare il letargo invernale e sarà pronta ad accogliere le prime gemme primaverili. Allo stesso tempo è necessario preparare il terreno, ripristinandolo delle sostanze che permetteranno alla pianta di crescere bella e rigogliosa.

Se questo è ciò che succede nei vigneti, nelle case – soprattutto quelle siciliane e del sud Italia – nell’attesa di assoporare il vino novello – si è soliti utilizzare il mosto d’uva per preparare la mostarda di vino. Un dolce dalla consistenza simile a quella di un budino, dal sapore genuino e dalla provenienza popolare.
COME PREPARARE LA MOSTARDA DI VINO
Per prima cosa il mosto da utilizzare deve essere ricavato da uva nera mentre gli altri ingredienti necessari sono amido o anche farina, chiodi di garofano, mandorle tostate per impreziosire il gusto e cannella in polvere per guarnire.
Il procedimento è semplice: dopo aver filtrato il mosto mettetelo in una pentola mantenendo il fuoco lento. Aggiungete gradualmente la farina setacciata mescolando continuamente il composto per evitare la formazione di grumi – solitamente la proporzione da rispettare è di due cucchiai di farina ogni mezzo litro di mosto. Nell’attesa che si giunga al bollore e che si addensi il preparato, aggiungete i chiodi di
Se questo è ciò che succede nei vigneti, nelle case – soprattutto quelle siciliane e del sud Italia – nell’attesa di assoporare il vino novello – si è soliti utilizzare il mosto d’uva per preparare la mostarda di vino. Un dolce dalla consistenza simile a quella di un budino, dal sapore genuino e dalla provenienza popolare. garofano e le mandorle precedentemente tritate e tostate.
Quando il composto si sarà addensato, versatelo in un piattino oppure se preferite in uno stampo, lasciatelo raffreddare e completate la preparazione della vostra mostarda decorandola con altre mandorle tostate e la cannella.

La mostarda così ottenuta (mustata ri vinu cottu, in dialetto siciliano) può essere consumata subito – e avrà, come detto, la consistenza di un budino – oppure per una conservazione più lunga può essere lasciata asciugare al sole per alcuni giorni. In questo caso si otterrà un dolce dalla consistenza tale da dover essere masticato e che potrà essere conservato fino alle festività natalizie dentro barattoli di vetro chiusi ermeticamente.
NELL’ATTESA DI ASSAGGIARE IL NUOVO VINO
Il mosto appena pigiato non finisce tutto nelle botti ma come abbiamo visto una parte viene utilizzata per preparare dei dolci che caratterizzano proprio il periodo della vendemmia. Da qui poi dovrà passare qualche tempo prima di poter assaporare un buon bicchiere del nuovo vino, solitamente il primo assaggio si fa in occasione della festa di San Martino.

Nell’attesa, però, si può pensare di realizzare l’etichetta per le nuove bottiglie oppure personalizzare i bicchieri con i quali si procederà all’assaggio.
Se state leggendo questo articolo e avete appena concluso la vendemmia nella vostra azienda agricola, o più semplicemente nella vostra campagna, e desiderate etichettare le bottiglie, noi di Chiti possiamo assecondare questa esigenza.
Grazie al servizio Chiti Stampa, infatti, siamo in grado di realizzare le etichette adesive di cui avete bisogno. Possiamo, inoltre, incidere il nome o il logo dell’azienda sui bicchieri da vino che preferite tra quelli disponibili in negozio…